La storia del monastero

MONASTERO CLARISSE “S. GIUSEPPE” S. GREGORIO DI CATANIA
LA CITTÀ

Le origini di Catania si perdono nella notte dei tempi. Nel secolo VIII a.C. (periodo più intenso dell’espansione greca in Sicilia) venne occupata da una colonia di Calcidesi i quali avevano nel 735 a.C. fondato Nasso, ai piedi del monte ove sorge l’attuale Taormina. Si vuole che a guidare questa colonia di calcidesi nel 729 a. C. fino alle falde meridionali dell’Etna, dando origine alla città di Catania, fosse un tale Evandro.

Nei secoli seguenti, Catania ebbe superbi edifici, divenendo una bella e grande città che venne visitata dai sapienti e dai dotti della Grecia, mentre nel secolo VII a. C. Caronda le diede un codice di leggi che in seguito venne adottato da tutte le colonie greche della Sicilia. Dopo altre vicende, la città venne conquistata dai Romani (263 a. C.) i quali imposero il nome di Catana, o Catina secondo alcuni, e la dotarono di insigni monumenti, tra i quali il teatro, l’anfiteatro e le terme.

Distrutta dal violento terremoto del 121 a.C., Catania dovette subire dopo anche le gravi rapine di Verre e le devastazioni di Sesto Pompeo, ma risorse più bella per la generosità di Augusto.

Subì poi le invasioni dei Vandali, degli Eruli, dei Goti, degli Ostrogoti, Bizantini e Saraceni. Federico II la devastò nel 1232 e, dopo la dominazione Angioina, passò a quella degli Aragonesi dai quali ottenne un privilegio importante: avere l’unico Ateneo per tutta la Sicilia.

Nel 1669 venne distrutta nella parte Ovest da un forte terremoto, ma la distruzione dell’intera città avveniva in seguito al terribile movimento tellurico del 1693. Fu in seguito a tale distruzione che, nei primi del sec. XVIII, incominciò la ricostruzione di Catania con un razionale criterio architettonico, che le ha dato il nome di città settecentesca.

La pianta della città venne disegnata dal luogotenente Duca Lanza di Camastra insieme al Vescovo Mons. Riggio e al Canonico Celestri. L’architetto fu il sac. Giovanni Battista Vaccarini, figlio di un modesto intagliatore in legno, di nome Gerlando, ed allievo di un valoroso architetto trapanese Don Andrea Palma.

L’architetto G. Battista Vaccarini ebbe tributati i massimi onori dai catanesi: nominato prima canonico e poi Abate di Milazzo, ebbe la concessione dell’onore che le grandi città danno solo ai grandi: la cittadinanza di Catania. Nominato architetto regio, con vero dolore dovette lasciare la sua città di adozione e rientrare nella natia Palermo, dove finì i suoi giorni 1’11 marzo 1768.

La città, dopo Palermo, è la più grande della Sicilia. La religiosità a Catania affonda le sue radici già nei primi albori del cristianesimo. Ne sono testimonianza il primo Vescovo San Berillo, discepolo di S. Pietro e il martirio di S. Agata e S. Euplio. Questa religiosità attraverso i secoli si è esplicitata oltre che nel culto dei santi, soprattutto nel culto eucaristico mariano.

Tralasciando di fare un’analisi della religiosità dei catanesi nei secoli passati, si può affermare che in questo secolo il culto eucaristico che si rivela nella frequenza oltre che domenicale, in quella feriale, con la partecipazione piena alla S. Messa, ha anche le sue forme esteriori nella adorazione perpetua.

Questa devozione si attuava nella chiesa di S. Euplio, in piazza Stesicoro, ma dopo questa chiesa distrutta dai bombardamenti del 1943 si è trasferita nella chiesa di S. Benedetto officiata dalle monache Benedettine del SS. Sacramento e ultimamente in Cattedrale, nella cappella normanna della Madonna, dove sempre c’è un folto gruppo di fedeli in adorazione.

Questo culto eucaristico ha il suo trionfo nel giorno del “Corpus Domini”, quando la città tutta è coinvolta nella processione che si snoda per la via principale e riceve un riverente omaggio dal popolo con canti e preghiere. Il culto della Madre di Dio, sin dai tempi in cui si discuteva a livello accademico del problema dell’Immacolata Concezione, a Catania è stato sempre sentito.

Ne fanno testimonianza le numerose Icone a Lei dedicate dalla pietà popolare nelle numerose vie cittadine, e nelle chiese piccole e grandi.

Questa devozione mariana venne testimoniata, il secolo scorso, dal Beato Cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet che, mettendo sotto la protezione di Maria due nuovi grandi quartieri della città, volle che si costruissero due chiese a lei dedicate sotto il titolo di S. Maria della Guardia una e di Nostra Signora de la Salette l’altra. Chiese e Parrocchie sentono il desiderio di glorificare Maria con manifestazioni esterne.

Assai rappresentative due festività: la Madonna del Carmelo, che il 16 luglio, dopo una preparazione di ben 15 giorni, vede una moltitudine di fedeli che venera Maria e le rende omaggio; e la festa dell’Immacolata dell’8 dicembre, devozione sentitissima in tutta la diocesi.

Ma Catania sin dal 252 ha sempre venerato la concittadina S. Agata che testimoniò Cristo col martirio nella persecuzione di Diocleziano.

I festeggiamenti in suo onore, che sempre hanno visto la partecipazione totale della città, una volta avevano luogo dal 17 al 22 agosto e i primi giorni di febbraio. Il 5 febbraio,”dies natalis” della vergine e martire, veniva portato in processione il busto reliquiario.

Oggi questa festa, molto sentita dalla pietà dei catanesi, viene preceduta da una “peregrinatio” delle reliquie dell’insigne martire per le parrocchie e gli istituti religiosi dell’Arcidiocesi, e si conclude con le trionfali processioni del 4 e 5 febbraio per le vie della città.

E’ da segnalare che i giorni 4 e 5 febbraio vedono una moltitudine di fedeli accostarsi ai Sacramenti della Confessione e dell’Eucaristia.

La religiosità di questa città tanto martoriata è in continuo crescendo specialmente per l’operosa attività degli Arcivescovi Mons. Pichinenna e Mons. Bommarito prima, e Mons. Gristina ora, il quale continua a portare Cristo in questo popolo assai operoso e attivo.

La città di Catania conta 82 Parrocchie, 24 Rettorie, 4 Basiliche Minori Pontificie, 10 Santuari diocesani. Numerose le comunità religiose maschili e femminili. Comunità religiose maschili sono costituite da: Agostiniani, Benedettini, Carmelitani A.O., Carmelitani Scalzi, Domenicani, Frati Minori, Frati Minori Cappuccini, Clarettiani, Fratelli delle Scuole Cristiane, PP. Bianchi, Vincenziani, Paolini, Passionisti, Orionisti, P.I.M.E., Salesiani, Stimmatini, Gesuiti.

I Monasteri presenti sono: Benedettine, Clarisse, Carmelitane A.O., Carmelitane Scalze. Numerosissime le case religiose appartenenti a 36 Congregazioni femminili. Vi sono inoltre otto Istituti Secolari e sei Associazioni Sacerdotali; molte associazioni, gruppi e movimenti cattolici; scuole cattoliche; Case di Spiritualità; Centri di Solidarietà; la Casa di ospitalità temporanea o permanente per i Sacerdoti; O.A.S.I; tre Librerie Cattoliche e varie Biblioteche.

Incoraggiata da una larga benedizione dell’Arcivescovo e dal suo augurio: “La Provvidenza ci penserà!” l’assisiana Madre Fortunata Alessandri si recò a Catania. In periferia, nella zona di Guardia-Ognina, le venne offerto un tratto di terreno di mq. 2.100 e una vecchia caserma diroccata e abbandonata.

Quello era l’immobile da trasformare in monastero. Si doveva, quindi, iniziare dalle fondamenta e le difficoltà, specialmente sul fronte economico, erano quanto mai grandi.

La Madre, donna di fede adamantina, ancora una volta non indietreggiò: aveva due forze sicure che la sostenevano: Dio Padre e la fedeltà eroica di Suor Cherubina Fabbrizi. Finalmente il 22 novembre del 1950, con la grazia di Dio, furono già pronti alcuni ambienti adatti ad accogliere il primo gruppo di Religiose che si staccò dal Monastero di Biancavilla con a capo la Madre Alessandri.

Il 24 dicembre dello stesso anno 1950, vi fu la solenne inaugurazione del Monastero “S. Giuseppe”. Anche qui le vocazioni si moltiplicarono e nel giro di pochi anni, la fraternità religiosa era formata da 35 membri.

La costruzione andò avanti a poco a poco, parecchie volte si dovettero sospendere i lavori per mancanza di mezzi; il problema economico si faceva sempre più pressante e, nel 1954 per la seconda volta, Sr. Chiara Cherubina Fabbrizi e Sr. Chiara Elisabetta Rossi, con i dovuti permessi della S. Sede, solcarono coraggiosamente l’Oceano e raggiunsero l’America del Nord.

I benefattori americani furono generosi e, con la grazia di Dio, fra stenti e fatiche, sorse nella città di Catania il nuovo Monastero “S. Giuseppe” delle Clarisse, in Via Duca degli Abruzzi. Il 7 marzo 1959 la Comunità monastica si raccoglieva per la prima volta nel nuovo Coro. Il 7 settembre dello stesso anno, Mons. Pacifico Perantoni O.F.M. Vescovo di Geraci-Locri, venuto a Catania per il XVI Congresso Eucaristico Nazionale , per delega dell’Ordinario del luogo, consacrava solennemente la Chiesetta, alla presenza di numerosi Sacerdoti, Chierici e della Comunità religiosa formata da 41 monache.

Le vocazioni si moltiplicarono ancora e la Comunità, in pochi anni, fu talmente fiorente da poter dare elementi ad altri Monasteri della Federazione per incrementarli o aiutarli.

Fu così che Mons. Francesco Monaco, Vescovo di Caltanissetta, chiese aiuto per incrementare la piccola Comunità di Clarisse già esistente nella sua diocesi. La Madre Fortunata Alessandri, già eletta il 26 febbraio 1957 prima Presidente della Federazione Sicula, ne assunse personalmente la responsabilità. Così il 15 novembre 1960 un gruppo di otto religiose si staccava da questo monastero “S. Giuseppe” per portare un soffio di vita nuova alle Sorelle nissene. Ma le richieste del Signore non si fermarono…

Ed ecco incalzante la petizione dell’Arciprete Mons. Agostino Bellato che voleva si riattivasse dalle Clarisse il convento S. Francesco in Montagnana (Padova). E il 7 febbraio 1963, ancora la Madre Fortunata Alessandri, appesantita dai suoi 83 anni, ebbe il coraggio di mettersi a capo del piccolo gruppo per costituire il Monastero delle Clarisse in Montagnana.

Alla Madre Alessandri succede Madre Cherubina Fabbrizi che per dodici anni (1962-74) è stata Abbadessa di questo Monastero e Presidente della Federazione Sicula.

Alla Madre Fabbrizi succede M. Ch. Nunziatina D’Avola che per nove anni (1974-83) è stata Abbadessa di questo Monastero e Presidente della Federazione Sicula.

Nel 1977, dopo oltre un decennio di difficoltà e ansie, il Monastero ” S. Giuseppe” di Catania si trasferì nella zona periferica di S. Gregorio di Catania.

Lo sviluppo edilizio, la costruzione di palazzi altissimi a ridosso del Monastero di Via Duca degli Abruzzi, il rumore assordante di fabbriche vicine, il traffico caotico di giorno e di notte avevano reso impossibile alla Comunità la vita di silenzio e di preghiera.

Si decise, tutti d’accordo, di vendere lo stabile al Comune di Catania, che lo trasformò in edificio scolastico.

Sparsasi la notizia dell’arrivo delle Clarisse in S. Gregorio, da tutte le parti venivano gruppi di preghiera, comunità di base, Religiose di varie Congregazioni.

Il 12 gennaio 1978 avveniva il passaggio sotto la giurisdizione dell’Ordine dei Frati Minori e il 23 dello stesso mese il desiderato ripristino della clausura nel nuovo Monastero.

Dal 14 luglio 1984 è stata alla guida del Monastero la Madre Chiara Marinella Marino. Nel settembre 1984 si è dato inizio alla fondazione del Monastero “S. Damiano all’Immacolata” in Alessandria della Rocca (AG), successivamente trasferitosi a Castelbuono (PA), a motivo dell’inagibilità dell’edificio.

A Madre Chiara Marinella Marino succede Madre Maria Chiara Rondinella per ben diciotto anni. Nel 2010, trovandosi la Comunità in difficoltà a causa dell’età avanzata, chiese aiuto alla Federazione nella persona di Suor Chiara del Monastero Montevergine di Messina. Eletta Abbadessa poco dopo, ricevette una particolare benedizione dal Signore con la prima “pianticella di Francesco”: una nuova vocazione è entrata nell’ottobre dello stesso anno.
Riconfermata più volte al governo, Madre Chiara è attualmente a capo della Comunità, che ormai si è bene ambientata in S. Gregorio e svolge una notevole opera di elevazione morale, offrendo possibilità di incontri di preghiera, giornate di ritiro.

DESCRIZIONE DELLA CHIESA DEL MONASTERO DI S. GIUSEPPE

La Chiesa, annessa al Monastero “S. Giuseppe” è composta da quattro corpi di fabbrica con a base della progettazione il cerchio, figura geometrica elementare che si ripete financo nelle strutture portanti, come nel caso dei pilastri cavi che si trasformano in mistiche icone, e presenta delle caratteristiche specifiche.

Ha una superficie complessiva di circa 500 metri quadrati equamente ripartita tra la zona destinata ai fedeli e al Coro delle monache.

Le due zone risultano nettamente distinte, ma nello stesso tempo accomunate dall’unico altare che, polo di prospettiva e di interesse per entrambe, consente una contemporaneità d’uso nelle migliori condizioni di raccoglimento e di contemplazione.

La zona destinata ai fedeli ha due ingressi dall’esterno e dall’interno.

Il Coro è raggiungibile dalla clausura attraverso il grande atrio d’ingresso ed è separato dall’altare mediante un’ampia grata artistica; questa proviene dal vecchio monastero di Catania e, opportunamente adattata, consente la partecipazione diretta nelle funzioni liturgiche e la comunicazione con l’esterno nelle occasioni di incontri e nelle festività.

Caratteristica è la grande parete curva del Presbiterio: in ferro scatolare è il supporto della grande Croce e i basamenti dell’altare, della consolle, dell’ambone, del tabernacolo e della mensa in marmo.

La sede è costituita da nove scocche in materiale plastico opportunamente fissate ad un gradone continuo in calcestruzzo. Un’originale vetrata alleggerisce il setto che divide la chiesa dal coro e nelle sue 14 asole di luce contiene i simboli della Via Crucis.

IL MONASTERO NEL CONTESTO DELLA VITA SOCIALE – CULTURALE – RELIGIOSA

La città di Catania (Sacerdoti, Religiosi, Laici) guarda questo monastero con stima ed affetto. Sa bene che la vita delle Clarisse è una continua donazione e che la Chiesa tutta con le sue intenzioni, il mondo con tutti i suoi bisogni, le sue esperienze, le sue angosce, tutto questo è intensamente presente in ogni anima consacrata.

Sono gli stessi catanesi, che vengono al monastero, informano le Clarisse con una certa sufficienza dei più importanti avvenimenti, tristi e lieti, che riguardano la situazione della città.

La chiesa del Monastero è molto frequentata da laici nei giorni festivi e ogni venerdì per l’adorazione eucaristica continuata; ma è possibile partecipare anche alla messa feriale di ogni giorno, appuntamento mattutino caro a diversi fedeli prima di andare a lavoro.

Moltissime sono le persone che richiedono la presenza della Clarissa alla grata del parlatorio, per confidare le loro gioie, le loro angosce, i loro drammi familiari, chiedendo consigli e sostegno spirituale.

Molti vengono per delle giornate di deserto o per una personale distensione.

L’Arcivescovo è molto legato al Monastero e, quando può viene a intrattenersi con le suore, molto affettuosamente spezza la Parola di Dio, mette al corrente dei bisogni dell’Arcidiocesi e della città tanto martoriata e bisognosa dell’aiuto del Signore.

I novelli Sacerdoti sono sostenuti spiritualmente durante il periodo della loro formazione, vengono quasi tutti al monastero per celebrare con le monache una delle loro prime Messe.

In occasione delle feste natalizie e di quelle pasquali alcune Religiose, molto legate al monastero, accompagnano i loro alunni per fare conoscere la vita della claustrale e per offrire i loro generosi doni. La Fraternità si presta per lavori di cucito, ricamo e preparazione di sussidi per azione pastorale.

ABBADESSE CHE SI SONO SUCCEDUTE NEL MONASTERO “S. GIUSEPPE” DI S. GREGORIO DI CATANIA

Iª Madre Ch. Fortunata Alessandri: Abbadessa dal 22 novembre 1952 al settembre 1962.

Nacque ad Assisi (PG) il 17 novembre 1880. Trascinata, come S. Chiara, dall’esempio del Serafico Padre, a vent’anni professava la Regola del II Ordine nel Monastero di S. Quirico in Assisi. La sua virtù si imponeva alla stima delle Sorelle con tale forza, che, appena sette anni dopo, il 23 agosto 1907, veniva eletta Abbadessa.
Infatti si rivelò subito una missionaria della vita claustrale; dopo avere portato a floridezza spirituale i Monasteri di Assisi, nel 1935 veniva in Sicilia per fondare il Monastero di “S. Chiara” in Biancavilla (CT). E quando la sua presenza non fu più necessaria in esso, eccola ancora pellegrina di Dio nel 1950 per fondare il Monastero “S. Giuseppe” nella città di Catania. Eletta Presidente della Federazione delle Clarisse di Sicilia (carica che ricoprì dal 1957 al 1962), la sua ansia missionaria e il suo zelo per il bene si estese a tutti i monasteri di Sicilia: portava ad ognuno di essi il valido contributo della sua esperienza e della sua bontà; fu in questo periodo che faceva risorgere il Monastero di Caltanissetta, praticamente estinto. Ma anche il Monastero di Trevi e Cortona avevano conosciuto il suo interessamento ed avuto il suo aiuto concreto ed efficace. Aveva già fatto tanto ed era avanti negli anni; ma un’anima grande non dice mai “basta”. Il 7 febbraio del 1963, all’età di 83 anni, vincendo con l’energia dell’anima la fiacchezza del corpo, con un piccolo gruppo di otto sorelle, staccatosi da questo monastero, risaliva tutta l’Italia per la fondazione del Monastero “S. Francesco” in Montagnana (PD), dove il 7 aprile Giovedì Santo 1966 andò incontro allo Sposo e 1’11 luglio 1971 le sue spoglie venivano traslate nella chiesa dello stesso Monastero.

2ª Madre Chiara Cherubina Fabbrizi: Abbadessa dal 22 settembre 1962 al 10 giugno 1975.

Madre Cherubina (Alessandra Fabbrizi) nacque a Petrignano d’Assisi (PG) 1’11 giugno 1913. A 13 anni Madre Cherubina (Alessandra) era già una ragazza armoniosa e slanciata, e con un ideale ben preciso, che rivelò a mamma Bernardina: “Voglio farmi Suora.” E il 14 agosto 1926, accompagnata dalla mamma, fece l’ingresso nel Monastero di S. Quirico di Assisi. Si era innamorata di Francesco e di Chiara. Venne accolta dall’Abbadessa Madre Ch. Fortunata Alessandri la quale, da profonda conoscitrice di anime, comprese subito di avere dinanzi un elemento prezioso, un vero dono mandatole dal Padre. Aveva 13 anni! La vita contemplativa claustrale non la sgomentò. Il 12 agosto 1928 a 15 anni vestì l’abito religioso. A 21 anni emise la Professione dei Voti Solenni, felice di testimoniare il suo amore a Cristo pubblicamente. Il 24 ottobre 1935 Suor Cherubina, scelta dalla Madre Alessandri per la fondazione del monastero di Biancavilla (CT), lasciò per sempre il suo amato monastero di S. Quirico e venne in Sicilia. Nel 1939 assieme a Sr. Gabriella Rapini si recò in Svizzera e a Tripoli a questuare per la costruzione del Monastero di Biancavilla. Nel 1942 viene eletta Maestra delle Novizie. Nel 1954, per la seconda volta, per la costruzione del Monastero di S. Giuseppe di Catania la Madre Alessandri chiese ancora il sacrificio a Sr. Cherubina e a Sr. Ch. Elisabetta Rossi di solcare l’oceano e raggiungere l’America del Nord, per raccogliere fondi per la costruzione del nuovo monastero. Rientrarono a Catania nel marzo 1956. Nel 1956 Suor Cherubina veniva eletta per la seconda volta Maestra delle Novizie e Vicaria del Monastero. Conservava sempre un temperamento esuberante, un carattere forte ed austero, ma sapeva essere anche dolce e materna. Sua caratteristica particolare era la santa letizia francescana, che sapeva ben comunicare agli altri, con la gioia che le scaturiva dal cuore, per l’amore ardente che nutriva a Cristo. Nel novembre del 1958, raggiungeva il Monastero “Sacro Cuore” di Alcamo (TP) per aiutare le Sorelle e dare nuovo impulso alla vita di quella comunità; rientrava a Catania nel febbraio 1959. Nel settembre del 1962 veniva eletta Abbadessa di questo Monastero; il 1° novembre 1963, l’Assemblea federale la volle Presidente della Federazione delle Clarisse di Sicilia, carica che coprì per 12 anni con impegno e dedizione, prodigandosi per il bene dei singoli Monasteri. Dal 1975, allo scadere del suo mandato di Abbadessa, fino al 1984 ha ricoperto la carica di Vicaria del Monastero. Intanto la salute di Madre Cherubina già minata continuò a declinare e nel Capitolo del luglio 1984 venne lasciata libera da qualsiasi incarico, ma sempre amata, stimata e venerata come la Madre della Comunità. Nel settembre dello stesso anno (1984) veniva colpita da paresi; accettò la prova lunga, dolorosa e umiliante… con il suo inconfondibile costante sorriso dolce, sereno e mite, con la sua indomita fortezza d’animo. Il 12 luglio 1985 Madre Cherubina, circondata da tutte le sue figlie, si addormentò nel bacio del Signore. Le sue spoglie mortali riposano nel piccolo cimitero di S. Gregorio di Catania.

3ª Madre Chiara Nunziatina D’Avola: Abbadessa dal 10 giugno 1975 al 23 luglio 1984. Madre

Nunziatina (Carmela D’Avola) nacque a Chiaramonte Gulfi (RG) il 18 luglio 1924 e l’8 gennaio 1948 fece l’ingresso nel Monastero “S. Chiara” di Biancavilla. (CT) Il 5 giugno 1948 vestì l’abito delle Clarisse; il 16 giugno 1949 emetteva la Professione Semplice e l’8 luglio 1952 la Professione Solenne. Il 22 novembre 1950 si staccava dal Monastero di Biancavilla per passare nel nuovo Monastero” S. Giuseppe” di Catania. Dal 1957 fino al 1967 fu segretaria della Federazione delle Clarisse di Sicilia. Dal 22 settembre 1962 all’agosto 1967, nel governo del Monastero di “S. Giuseppe” coprì la carica di Vicaria. Nell’agosto 1967, con Decreto della S. Congregazione dei Religiosi e Istituti secolari veniva nominata Abbadessa del Monastero “S. Chiara” di Biancavilla. Il 29 novembre 1970 ritornava nel Monastero di Catania. Il 10 giugno 1975 veniva eletta Abbadessa di questo Monastero; il 24 giugno dello stesso anno Presidente della Federazione delle Clarisse di Sicilia. Durante il suo servizio, nel 1977, il Monastero di S. Giuseppe da Catania veniva trasferito nell’attuale sede di S. Gregorio di Catania. Dal 13 luglio 1984 non ha ricoperto nessuna carica, per la salute già tanto minata che è continuata a declinare riducendola alla quasi immobilità, bisognosa di una continua assistenza.

4ª Madre Marinella (Concetta Marino) è nata a Solarino (SR) il 19 giugno 1934.

Entrata nel Monastero “S. Giuseppe” di Catania il 28 novembre 1956 ha vestito l’abito religioso il 2 luglio 1957. Emise la Professione semplice il 13 luglio 1958 e il 14 luglio 1961 la Professione Solenne. Dal 1981 al 1984 è stata Segretaria della Federazione delle Clarisse di Sicilia. Il 14 luglio 1984 venne eletta Abbadessa del Monastero “S. Giuseppe” in S. Gregorio di Catania. Nel settembre dello stesso 1984 ha dato inizio alla fondazione del Monastero “S. Damiano all’Immacolata” in Alessandria della Rocca (AG), che, successivamente, a causa dell’inagibilità dell’edificio, fu trasferito a Castelbuono (PA).