La vita monastica e contemplativa

Tratto dalla Costituzione Apostolica “Vultum Dei quaerere” sulla vita contemplativa femminile

La ricerca del volto di Dio abbraccia la storia dell’umanità e accomuna tutti gli uomini di buona volontà. La dinamica della ricerca attesta che nessuno basta a se stesso e impone di incamminarsi, alla luce  della fede, per un esodo dal proprio io auto-centrato, attratti dal Volto del Dio santo e insieme dalla terra sacra che è l’altro per sperimentare una più profonda comunione.

Questo pellegrinaggio, alla ricerca del Dio vero viene espresso in maniera particolare nella vita monastica e contemplativa. Le contemplative sono chiamate a scoprire i segni della presenza di Dio nella vita quotidiana, a diventare interlocutrici sapienti che sanno riconoscere le domande che Dio e l’umanità ci pongono.

Il monaco è colui che cerca Dio per tutta la vita, radicandosi nel silenzio del chiostro, voce della Chiesa che instancabilmente loda, ringrazia, geme e supplica per tutta l’umanità e con la preghiera diviene collaboratore di Dio stesso.

In uno sguardo trasfigurato dall’azione dello Spirito, la contemplazione diventa il terreno nel combattimento spirituale, ascesi, dominio di sé e purificazione del cuore.

Alla luce della Parola, nella esperienza di Dio attraverso la preghiera e la vita comunitaria, il monaco si esercita nell’arte dell’ascolto, che è più che sentire, e pratica la spiritualità dell’ospitalità accogliendo nel cuore e portando nella preghiera ogni uomo.

VITA FRATERNA IN COMUNITA’

La vita fraterna in comunità è la prima forma di evangelizzazione: “da questo sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 34-35)

La vita monastica comporta la vita comunitaria in un continuo processo di crescita, che conduce a vivere un’autentica comunione fraterna. Ciò richiede che tutti i suoi membri si sentano costruttori della comunità: unità e comunione non significano conformità e  si nutrono di dialogo, condivisione, aiuto reciproco e profonda umanità, specialmente nei confronti  dei membri più fragili e bisognosi.

PREGHIERA

La preghiera liturgica e personale è un’esigenza fondamentale per alimentare la contemplazione.   Oggi tante persone non sanno pregare. Molti non sentono il bisogno di pregare o riducono la loro relazione con Dio a una supplica nei momenti di prova, quando non sanno a chi rivolgersi. Altri riducono la loro preghiera a una semplice lode nei momenti di felicità. Recitando e cantando le lodi del Signore con la Liturgia delle Ore, ci facciamo voce anche di queste persone e, come fecero i profeti, intercediamo per la salvezza di tutti. La preghiera personale ci aiuterà a rimanere unite al Signore, come i tralci alla vite, e così la nostra vita porterà frutto in abbondanza. Ricordiamo, però, che la vita di preghiera e la vita contemplativa non possono essere vissute come ripiegamento ma devono allargare il cuore per abbracciare l’umanità intera, particolarmente quella che soffre.

Attraverso la preghiera di intercessione, le contemplative hanno un ruolo fondamentale nella vita della Chiesa. Pregano e intercedono per tanti fratelli e sorelle che sono carcerati, migranti, rifugiati e perseguitati, per tante famiglie ferite, per le persone senza lavoro, per i poveri, per i malati, per le vittime delle dipendenze. Con la preghiera si possono guarire le piaghe di tanti fratelli.

Il libro dell’Esodo ci mostra che Mosè con la sua preghiera decide la sorte del suo popolo, garantendone la vittoria sul nemico quando riesce a tenere alte le braccia per invocare l’aiuto del Signore. Anche oggi, come allora, possiamo pensare che le sorti dell’umanità si decidono nel cuore orante e nelle braccia alzate delle contemplative e le comunità monastiche diventeranno vere scuole di preghiera.

 CENTRALITA’ DELLA PAROLA DI DIO

Uno degli elementi più significativi della vita monastica in generale è la centralità della Parola di Dio nella vita personale e comunitaria.

Durante i secoli, il monachesimo è stato custode della lectio divina. Poiché oggi questa è raccomandata a tutto il popolo di Dio, il monaco è chiamato a farne il nutrimento della sua vita quotidiana, in modo da poter condividere questa esperienza trasformante della Parola di Dio con i sacerdoti, i diaconi, gli altri consacrati e i laici, sentendo questa condivisione come una vera missione ecclesiale.

La lectio divina è l’arte che aiuta a compiere il passaggio dal testo biblico alla vita, è l’ermeneutica esistenziale della Sacra Scrittura, grazie alla quale possiamo colmare la distanza tra spiritualità e quotidianità, tra fede e vita aiuta a coltivare a coltivare un cuore docile, saggio e intelligente, per discernere ciò che viene da Dio e ciò che invece può portare lontano da Lui; ad acquisire quella sorta di istinto soprannaturale, che permette di non conformarsi alla mentalità del mondo, ma di rinnovare la propria mente, «per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto»

 

SILENZIO

La vita contemplativa richiede tempo e capacità di fare silenzio per ascoltare Dio e il grido dell’umanità. Il silenzio è lo spazio necessario di ascolto e di ruminatio della Parola per uno sguardo di fede che colga la presenza di Dio nella storia personale che il Signore dona e nelle vicende del mondo contemporaneo. Il silenzio è vuoto di sé stessi per fare spazio all’accoglienza, nel rumore interiore non si può ricevere niente e nessuno.

LAVORO

Il lavoro è partecipazione all’opera che Dio creatore porta avanti nel mondo. Tale attività mette il monaco in stretta relazione con quanti lavorano con responsabilità per vivere del frutto delle proprie mani, per contribuire all’opera della creazione e servire l’umanità; in particolare fa essere solidali con i poveri che non possono vivere senza lavorare e che spesso, pur lavorando, hanno bisogno del provvidenziale aiuto dei fratelli.