Scuola di preghiera di padre Andrea Gasparino – Lezione n. 4


Trascrizione del video, eseguita allo scopo di rendere più agevole la fruizione e meditazione dei passaggi più essenziali. Per il testo esatto ascoltare il video, essendo che questa trascrizione, realizzata cercando di attenersi al video per quanto possibile, può essere soggetta a qualche inesattezza qua e là. Questa scuola di preghiera é disponibile da tempo su Youtube e viene riportata qui per riproporla e condividerla a chi non la conosce.


Testo della trascrizione

Qui Radio Maria,

Trasmettiamo una catechesi di padre Andrea Gasparino

Preghiere introduttive

Invochiamo lo Spirito Santo

Spirito Santo,
facci capire che pregare significa amare

Vieni Spirito Santo
Ditelo col cuore con me.

 

Spirito Santo,
facci capire che
se la preghiera non diventa Amore
è un corpo senz’anima
Il centro del cuore della preghiera
è solo l’amore

Vieni Spirito Santo

 

Spirito Santo,
facci capire che amare significa cambiare
amare significa significa obbedire
amare significa dare

Vieni Spirito Santo

 

Spirito Santo,
fa che qualche malato
riceva forza e luce
per portare la sua croce

Vieni Spirito Santo

 

Spirito Santo,
fa che chi ha Croci pesanti sulle spalle
riceva un aiuto a camminare dietro Gesù

Vieni Spirito Santo

Spirito Santo,
fa che nel dubbio riceva chiarezza
che nella tristezza riceva gioia

Vieni Spirito Santo

Maria Santissima,
Tu sei giunta ai più alti gradi della preghiera
aiuta la nostra debolezza
a capire di più e a fare di più nella preghiera.

La scuola di preghiera di Gesù

Questa volta partiamo dalla pagina più bella dell’Antico Testamento, la pagina d’oro della Bibbia, la pagina più amata e più pregata nella storia degli ebrei, Deuteronomio 6, la pagina dello Shemà che vuol dire Ascolta. Era la preghiera che Gesù recitava tre volte al giorno, la preghiera che dovrebbe essere amata da noi cristiani proprio come il Padre Nostro.

Leggiamo insieme lo Shemà

Deuteronomio 6:4 Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. 5 Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. 6 Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; 7 li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. 8 Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi 9 e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.

Ecco questo è lo Shemà che gli ebrei pregano 3 volte al giorno, che Gesù pregava tre volte al giorno.

Una regola importante

Ho bisogno di cominciare raccontandovi un piccolo episodio personale, un incontro con un prete ricoverato in ospedale per un infarto.

Questo prete aveva messo su un gruppo di preghiera ma non era per niente soddisfatto del suo gruppo di preghiera.

Vedeva degli egoismi, gelosie, meschinità, menzogne.

Allora un giorno disse al suo gruppo: – bene, sabato parlerò sulla regola più importante della preghiera, una regola infallibile. Chi avrà il coraggio di praticare questa regola, cambierà completamente la sua vita.

Fu una settimana di grande attesa per tutto il gruppo.

Pensate, la regola più importante sulla preghiera, tutti dobbiamo imparare. Tutto il gruppo era frizzante di attesa.

Quel sabato, quando fu il momento giusto che tutti erano tesi ad ascoltare, il prete disse:
Ecco la regola infallibile della preghiera.
La esprimo con tre parole, queste tre parole: Ti aspetto fuori

Ti aspetto fuori, perché la preghiera comincia fuori della preghiera, e spiegò che, se la loro preghiera non cambiava la loro vita, perdevano tempo.

Ma il più doveva ancora arrivare.

Il prete finita la riunione, uscendo da quella sala, sull’uscio crolla per un infarto.

Chiamano l’autoambulanza.
Prendono i provvedimenti d’urgenza.
Lo portano all’ospedale ed il prete, con fil di voce, mentre sale sulla lettiga, dice: Il Signore ha aspettato fuori anche a me

Quando il Vescovo è andato a salutarlo all’ospedale, lui gli ha detto, gli ha raccontato la vicenda della regola più importante della preghiera: Ti aspetto fuori
E disse al suo Vescovo:
Vede Monsignore, adesso imparerò se son capace a far bene il malato, essere fedele alla volontà di Dio, a saper far bene in un letto di ospedale. Ecco, mi ha preso in parola, ha preso in parola anche me.

Ecco, allora cominciamo da qui, da questa grande regola di preghiera: Ti aspetto fuori.

La regola più semplice, più rude, più vera della preghiera: Ti aspetto fuori

O la preghiera da dei risultati o è illusione, è falsità.

La preghiera ha bisogno di una verifica costante.
Che cosa ha raddrizzato in me?
Che frutti ha portato? La carità?
Ho dubbi che i miei dolori sono migliorati, i miei difetti si sono un po’ attenuati.
La mia preghiera ha guarito i miei disordini?

Naturalmente i frutti non sono verificabili subito.
È un po’ come guardare una pianta che cresce.
Voi non vi accorgete di giorno in giorno che cresce ma, dopo un mese, ve ne accorgete, dopo un anno ve ne accorgete e molto.

Ecco così è per la verifica dei frutti, però l’attenzione deve essere sempre viva.
La preghiera deve portare i suoi frutti.
Io devo guarire da certi ricordi.
Io devo mettere a posto quello che non è a posto, altrimenti la mia preghiera è illusione, illusione, è falsità.

L’allenamento alla preghiera

Facciamo un discorso completo, più articolato.
Dobbiamo affermare questo.
La preghiera ha le sue leggi, le sue tappe, le sue gradazioni di profondità.

Bisogna conoscerle queste leggi perché, se tu le scavalchi, avrai sempre una preghiera selvaggia, che da pochi frutti.
Su una pianta selvaggia si fa l’innesto per avere dei frutti di qualità.

Bisogna conoscerle queste leggi della preghiera.
Certi scatti la volontà non è capace a compierli se non c’è allenamento.

Non so se lo sapete.
Non so se sapete come, in una clinica di riabilitazione cardiaca, avviene l’esercizio della riabilitazione dei malati che sono stati operati.
Fanno fare ai malati la respirazione col diaframma, non la respirazione normale ma la respirazione diaframmatica.
Se non te la insegnano, tu non lo sai praticare.
Allora mi fanno fare degli esercizi per fare la respirazione diaframmatica.
E se uno non la pratica la riabilitazione cardiaca, segna il passo.
Poi, nella riabilitazione cardiaca, fanno fare dei percorsi sempre più frequenti e sempre più veloci.
C’è la pista verde, cioè un percorso che tu devi fare sempre, un percorso che tu devi fare quattro volte al giorno, una pista tutta in piano.
Poi c’è la pista blu.
La pista blu é segnate con delle frecce blu.
É fatta metà in piano, metà in salita.
Quattro volte al giorno, ogni giorno, si percorre la pista blu.
Poi, dopo molti giorni, c’è da percorrere la pista rossa, segnata con delle frecce rosse, una pista tutta in salita.

Ecco, io direi che, anche nella formazione alla preghiera, ci sono i percorsi d’obbligo.

La pista verde – la preghiera vocale attenta

C’è la pista verde: la chiamerei la preghiera vocale attenta.

Se uno non impara questo, non parte bene nella preghiera.
La preghiera vocale attenta.
Quando dicevo, prendi la preghiera allo Spirito Santo, impara a leggerla con molta profondità, ecco, io mi sto allenando sulla pista verde preghiera vocale attenta.
Bisogna proprio imparare a guarire dalla preghiera vocale distratta.
La preghiera vocale distratta è la nostra grande malattia.
Noi siamo troppo abituati alla preghiera vocale distratta e non ce ne accorgiamo neppure che è una devastazione della preghiera.
Essere distratti di tanto in tanto, non fa niente ma essere sempre distratti è grave.
Provate a chiedervi dopo un Rosario, la tipica preghiera vocale che usiamo di più, provate a chiedervi dopo un Rosario, quante Ave Maria si sono salvate.
Vi accorgerete quante poche Ave Maria. Mi ferisce tanto.
Attenzione, siamo abituati alla preghiera vocale distratta.
La prima tappa da fare nel cammino della preghiera è guarire la grande malata, la nostra preghiera vocale distratta.

La pista blu – la preghiera di ascolto

Poi c’è la pista blu: la chiamerei la preghiera di ascolto, quando io imparo a creare nel cuore uno spazio di risonanza della Parola.

Vi dicevo, leggete la pagina del Vangelo del giorno ma adagio adagio, col cuore più che con gli occhi e cercando di stare uniti a Gesù che parla, in attesa di Gesù che vi tocca il cuore, facendo bene attenzione a cosa la parola vi dice per quella giornata.
Create nel cuore uno spazio di risonanza.
La parola di Dio è un pozzo inesauribile.
Questa è la preghiera di ascolto.

La pista rossa – la preghiera di adorazione

Poi c’è la pista rossa: la preghiera di adorazione, il più alto grado di preghiera.

Quando voi domandate, siete voi al centro.
Quando voi ringraziate, siete ancora voi al centro della preghiera.
Quando voi vi pentite, siete sempre voi al centro della preghiera.

Quando adorate é Dio al centro della preghiera e non più voi, non più i vostri interessi ma Dio.
La chiamiamo questa preghiera di adorazione, la chiamiamo preghiera del cuore, perché mi prende dentro, mi prende il meglio, perché metti Dio al centro, l’assoluto al centro della vostra attenzione e del vostro essere.
Non pensate che la preghiera del cuore sia una preghiera sentimentale.
È l’opposto della preghiera sentimentale.
Quando mi chiedono: – c’è una formula per la preghiera del cuore? – rispondo – sì, la formula data Gesù al Getsemani, la preghiera sanguinante del Getsemani: Padre, non la mia ma la Tua volontà sia fatta.
Questa è la formula perfetta della preghiera del cuore.
Quindi vedete che siamo lontani mille miglia dalla preghiera sentimentale.
È la vetta della preghiera, la preghiera del cuore.
Se puntate alla vetta, prendete il meglio della preghiera, date il meglio alla preghiera.

La sua caratteristica è l’amore.
Amare è più che domandare.
Amare è più che ringraziare.
Amare è più che pentirsi.

Santa Teresa d’Avila diceva: l’orazione non è che un fatto di amore, è conquista, è verità, deve entrare profondamente in noi.

Lo Shemà

Se non capiamo questo, non capiamo la preghiera ed è tanto importante la preghiera del cuore che Dio l’ha insegnata da 3000 anni a Israele e tutto il cammino di Israele fino a oggi è stata segnata della preghiera dello Shemà che è la tipica preghiera del cuore nella tradizione di Israele.

Si ricorda un famoso rabbino, rabbi Akiva.
Si racconta che quando rabbi Akiva andava al supplizio era mezzogiorno, l’ora in cui gli ebrei recitano lo Shemà.
Era mezzogiorno.

Rabbi Akiva si accorse che era mezzogiorno e fece un sorriso.
Il boia vedendo rabbi Akiva sorridere, disse: ti prendi gioco di me?
Rabbi Akiva rispose: No, non ti derido. Solo mi sono ricordato che questa era l’ora in cui ogni giorno io dicevo a Dio che Lo amavo con tutte le forze ma non era vero. Oggi ho sorriso perché mi sono detto, oggi ho la prova che è vero, io Lo amo con tutto, tutte le forze e adesso vado ad offrire la mia vita per Lui, ora ho la prova che Lo amo veramente.

Vediamo insieme di capire il testo dello Shemà.

Dunque incomincia con: “Ascolta Israele”
Cioè la preghiera è inculcata sotto forma di comando, non è un consiglio l’amore al Signore, è un comando.
“Ascolta Israele,
Il Signore è il nostro Dio,
Il Signore è uno solo”

Cioè Dio ha dei diritti su di te e tu non puoi ignorarli, tu hai degli idoli e, se ti accorgi che hai degli idoli, il Signore non è uno solo in te.
Devi liberarti da questi idoli.

Allora spiega come la preghiera, spiega come fare:
“Amerai Il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore.”

Amerai, cioè non dirai delle belle preghiere, amerai, mi amerai coi fatti, con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze cioè tutto con radicalità.
Devi amare il Signore, non molto ma con tutto, tutto il cuore, tutta l’anima, tutte le forze.

“Questi precetti che ora ti do, ti stiano fissi nel cuore.”

Ecco, dall’amore di Dio non farai mai vacanza.

“Stiano fissi nel cuore, li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via. Li ripeterai ai tuoi figli.”

L’amore di Dio sarà il centro, il cuore della tua famiglia, ne parlerai quando sarai calmo in casa, quando sarai seduto in casa tua, poi quando camminerai per via, ne parlerai in casa, ne parlerai fuori casa.
Il dovere di amare Dio con tutte le forze.
Quando ti coricherai e quando ti alzerai cioè alla conclusione della giornata e all’inizio del primo mattino.
Di continuo, di amare Dio, amare Dio, amare Dio, questo devi dire ai tuoi figli poi te li legherai alla mano come un segno.
L’amore di Dio dovrà segnare ogni tua azione.

“Ti saranno come un pendaglio tra gli occhi”

Cioè l’avrai davanti tutto il giorno, il dovere di amare Dio con tutte le forze.

“Li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte”

Cioè ogni volta che entri, che esci, devi ricordarti di amare Dio con tutte le forze.
Tre volte al giorno il comando della preghiera del cuore per i suoi.
Perché così?
Per dire, imparerai la preghiera del cuore, se la chiederai a Dio con costanza, perché la preghiera del cuore non è una chiacchierata; richiede sforzi, radicalità.
Tu devi dare tutto.

Se mi chiedete – è per tutti la preghiera del cuore?
Vi rispondo – sì, è per tutti, perché tutti devono giungere ad amare Dio con tutte le forze
E voi – come si fa?
Vi dico – ecco, prima di tutto si fa mettendo silenzio in noi, entrando nel silenzio della nostra coscienza.

La preghiera del cuore è la contestazione radicale della chiacchiera; si impara cominciando a far silenzio ed a mettersi alla presenza di Dio, in silenzio.
È stare alla Sua presenza.

Il grande San Tommaso diceva – con Dio, sia un’ora col silenzio.
San Tommaso diceva – Dio si onora col silenzio, silenzio delle parole, silenzio degli occhi, silenzio della fantasia, silenzio delle emozioni, silenzio della volontà.

Solo nel silenzio si comunica con Dio.

Ma cosa faccio mentre sono lì in silenzio, davanti a Dio?
Fai tutto, Dio mi sta presente e sto in silenzio davanti a Lui.
Per aiutare questo silenzio, usa una parola, poche poche parole, una parola semplice, ricca, profonda che riempie tutta la tua preghiera.
Per esempio la parola, Padre, Padre mio.
Io uso molto la parola, Padre mio, mio tutto.
Eccola, ripetila, ripeti magari con il ritmo del respiro e stai presente a Dio.
Ad un certo momento ci sarà una luce in te.
Ad un certo momento tu capirai qualche cosa che Dio aspetta da te e che tu non gli davi.
Qualche volta lo capisci nel silenzio della presenza di Dio.
Qualche volta termini questo spazio di silenzio e non sai che cosa devi fare in concreto.
Però hai desiderato di amare Dio.
Arriverà il momento nella giornata in cui Dio ti fulminerà con un pensiero, con un rimorso, con un rimprovero o anche con una gioia, una soddisfazione spirituale, interiore.

Voi sapete che San Francesco spesso passava la notte a fare la preghiera del cuore.
Stendeva le sue braccia e diceva – Padre mio, mio tutto – per tutta la notte.

Sapete che il Papa all’Angelus del 3 novembre 96 parló della preghiera del cuore e diede questa definizione bellissima della preghiera del cuore. Disse – la preghiera del cuore consiste nel saper ascoltare in un silenzio profondo e accogliente la voce dello Spirito Santo.

La preghiera del cuore consiste nel saper ascoltare in un silenzio profondo e accogliente.
Prima bisogna creare il silenzio profondo e accogliente e poi, quando lo Spirito Santo vorrà, sentiremo la voce dello Spirito Santo.

Lettere dagli ascoltatori

Questa settimana ho ricevuto una lettera da un assistente sociale che mi ha scritto così: – Mi è piaciuto molto la definizione della vostra comunità. “Noi siamo dei contemplativi senza muri. I nostri muri sono i poveri”

Alludevo alla scuola di preghiera, non quella del mercoledì, la scuola di preghiera del primo sabato che non è trasmessa.

Io avevo detto: Siamo dei contemplativi senza muri; i nostri muri sono i poveri

e lei dice: Anch’io sento forte il bisogno di essere una contemplativa nel mondo ma mi chiedo è possibile anche per una come me che è sposata e madre di famiglia con lavoro fuori casa che mi impegna molte ore, molte energie? Per me i muri sono i miei impegni concreti, i lavori che devo fare tutti i giorni, che sono proprio tanti. In questo momento vedo tutta questa realtà, in cui sono immersa, quasi come un impedimento rapporto con Dio che peraltro desidererei vivere in profondità, in pienezza. Vorrei avere una sua parola rispetto a questo problema. Come si può vivere un rapporto forte con Dio pur dovendo assolvere ogni giorno tanti doveri materiali? Oltretutto il mio lavoro non è solo di tipo materiale che mi impegna, come può immaginare dagli aspetti concreti delle cose; è fortissimo il mio impegno di essere unita a vivere in Lui ma sono troppo povera e sono troppo in balia delle cose da fare. Alla preghiera riesco a dare pochi minuti al mattino. Al mattino mi alzo alle 5:45, preparo pranzo, parto da casa alle 7:15 ed arrivo la sera stanca morta. Eppure tutte le cose che faccio sono i miei doveri, sono le necessità della mia famiglia. Sopra il mio letto ho attaccato un biglietto: il tuo volto Signore io cerco.

Brava assistente sociale. Devi assolutamente salvare un quarto d’ora di intimità con Dio. A denti stretti lo devi salvare. Tu salva il tempo che dai al sonno ed al cibo, allora salva il tempo che devi dare a Dio. Alla preghiera devi dare almeno un quarto d’ora, perché meno di un quarto d’ora non puoi concentrarti.

Allora fai quello che diciamo sempre; dividi il quarto d’ora in tre parti:

  • nella prima fa uno preghiera vocale attenta. Rivolgiti allo Spirito Santo. Lascia fuori i tuoi affari ed i tuoi crucci
  • altri cinque minuti invece dedicali ad ascoltare Gesù. Prendi la Parola del giorno, la lettura del giorno, pure una frase che ti ha molto colpito; immaginala, leggila come se la leggessi la prima volta e cerca la parola per te più utile per la giornata e, se puoi, trascrivila, mettila sulla macchina.
  • altri cinque minuti dalli alla preghiera del cuore. Star davanti alla presenza di Dio dicendo solo: Padre, mi abbandono a te – ma stando proprio presente alla Sua presenza. Vedrai che avrai tanta luce da questo.

Ricordati però che qualche volta la luce non l’avrai subito, l’avrai nel momento giusto della giornata e vedrai come sarai contenta, come cambierà il tuo lavoro di assistente sociale.

Voglio anche rispondere un mio caro amico, Alessandro di Volterra. Questo questo malato, da 30 anni crocifisso con Gesù con la sclerosi a placche. Io voglio dirti che ti voglio un grande bene e che sei il mio primo collaboratore per la scuola di preghiera. Ti chiedo Alessandro, offri il martedì a preparare la scuola di preghiera del mercoledì e poi offri la tua sofferenza il mercoledì per tutti gli ascoltatori, prima o poi giovedì perché il seme gettato porti frutti, fammi questa carità. Domani celebro una messa tutta per te per ringraziare che provi tanta gioia alla nostra scuola di preghiera.