Scuola di preghiera di padre Andrea Gasparino – Lezione n. 5


Trascrizione del video, eseguita allo scopo di rendere più agevole la fruizione e meditazione dei passaggi più essenziali. Per il testo esatto ascoltare il video, essendo che questa trascrizione, realizzata cercando di attenersi al video per quanto possibile, può essere soggetta a qualche inesattezza qua e là. Questa scuola di preghiera é disponibile da tempo su Youtube e viene riportata qui per riproporla e condividerla a chi non la conosce.


Testo della trascrizione

Qui Radio Maria,

Trasmettiamo una catechesi di padre Andrea Gasparino

Preghiere introduttive

Cominciamo invocando lo Spirito Santo.
Chiedo a tutti gli ascoltatori di unirsi alla mia preghiera.

Spirito Santo,
Aiutaci a capire che la preghiera
non è un dono che noi facciamo a Dio
è un dono che Dio fa a noi.

Dite con me, col cuore.
Vieni Spirito Santo

 

Spirito Santo,
Aiutaci a capire che la vita
non ha senso senza la preghiera
Vieni Spirito Santo

 

Spirito Santo,
Aiutaci a capire che preghiamo poco
che preghiamo male
e che tanti non pregano
Vieni Spirito Santo

 

Spirito Santo,
Aiutaci a capire che urge
imparare a pregare
che urge insegnare a pregare
Vieni Spirito Santo

 

Spirito Santo,
manifestati con potenza
oggi nella mia debolezza.
Vieni Spirito Santo

 

Spirito Santo,
Voglio cercare solo la tua gloria
che la tua voce raggiunga tutti i cuori
Vieni Spirito Santo

 

Maria Santissima,
tu sei giunta ai più alti gradi della preghiera.
Aiuta la nostra debolezza.
Aiutaci a capire di più la preghiera
e a voler pregare di più.
Intercedi per noi.

La scuola di preghiera di Gesù

Questa volta cominciamo da una pagina dell’apocalisse: Apocalisse 3.
Dice il testo sacro; è Gesù che parla:

Apocalisse 3:15 Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! 16 Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. 17 Tu dici: «Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla», ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. 18 Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista. 19 Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e ravvediti. 20 Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. 21 Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono. 22 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.

Questa pagina dell’apocalisse contiene una delle descrizioni più belle della preghiera.
Pregare, pregare Dio che bussa. Tu ti alzi, gli vai incontro e Lui entra in intimità con te.
Ecco la preghiera. Bellissimo.

Cominciamo questa volta un bel pensiero di un grande maestro di preghiera che dice: la preghiera è dare gusto alla vita. Senza la preghiera la vita non sa di nulla.

Ecco io vorrei fare questa volta con voi una denuncia alla nostra coscienza cristiana, una constatazione desolante, questa constatazione, non si prega e non si insegna a pregare.

Questo maestro di preghiera dice: in te c’è una parte oscura nemica della preghiera e magari anche di Dio.

Quindi è importante che facciamo insieme, in questa lezione, come una radiografia realistica della nostra preghiera, per renderci coscienti del problema. La nostra situazione generale è grave e non possiamo dormire sonni beati.

Prima voglio dire che si ha una tremenda paura del silenzio. La nostra preghiera dice Divo Barsotti sembra attendere una risposta da Dio ma, se non si fa silenzio, non si sente la sua voce ne sei capace a rispondere.

Senza silenzio la voce di Dio non ci raggiunge.

Poi si ha una tremenda paura di fare la verità, di interrogare la coscienza.
L’assenza di sincerità paralizza lo Spirito Santo nella preghiera.

Una persona falsa è incapace di pregare.

Un’altra osservazione. La preghiera annoia tremendamente tremendamente tante persone.
Tante persone sentono così pesante la preghiera che non la sceglierebbero mai.
La scelgono spinti da un dovere e qualche volta non la scelgono affatto.

Tanta tanta gente si muove da impacciata nella preghiera; è come se dessero in mano un computer a chi non sa maneggiarlo.

Insomma c’è bisogno di maestri, non di professori di università, ma semplici maestri elementari perché non si sta, non si sa stare con Diom non si sa cercare Dio.

Un giorno il Cardinal Martini ha detto: lo spirito viene in aiuto alla nostra debolezza intercede con insistenza per noi con gemiti inesprimibili intercede per i credenti secondo i disegni di Dio come ha detto Sanpaolo nella lettera ai Romani.

La natura misteriosa della preghiera, dal Cardinal Martini viene presentata come un gemito cioè dice, deve partire dal cuore, non va fatto superficialmente, deve essere un gemito, un desiderio profondo.

Infatti significa anelare a qualcosa di cui abbiamo estremo bisogno anche fisicamente.

Il gemito è l’espressione di chi mancando di aria, cerca di aspirarla.

Sant’Agostino aveva già detto: il dovere della preghiera si adempie meglio con i gemiti che con le parole, o più con le lacrime che coi discorsi.

Poi ho visto una cosa molto desolante, questo: troppa gente non sente il bisogno della preghiera.

Ecco questo pregare meno, dice Divo Barsotti, è uno dei segni più inquietanti per la comunità cristiana oggi.

Quando non sento il bisogno di pregare, sono molto malato; è come il malato che non può più mangiare, che sente nausea del cibo e non ha più appetito. Le conseguenze immediate sono queste: la vita spirituale allo sfascio, comandano gli istinti e non la ragione, si naviga nel peccato, non si è contenti, non c’è pace profonda.

Non vorrei scoraggiarvi però, devo aprire gli occhi sul problema.

Ci vuole anche molto ottimismo perché è facile imparare a pregare, è bello imparare a pregare e da gusto alla vita.

Notate bene che quando incontrate un cristiano profondamente felice quello sembra un cristiano che prega.

Provate a constatarlo voi direttamente se questo è vero o se non è vero.

Bene, dicevo, ci vuole ottimismo perché è facile ed è bello imparare a pregare.

Noi sappiamo organizzarci in tutte le cose, anche in quelle da nulla. Organizziamo i pasti, organizziamo il lavoro, organizziamo il tempo libero, organizziamo le vacanze, le ferie, perfino nelle cose da nulla noi organizziamo.

Per esempio avete da spazzare una stanza. Non cominciate da qualunque parte. Cominciate dal fondo per scoparla bene. Per tenere in mano la scopa la impugnate in un certo modo. Per pulire un tavolo voi vi organizzate cominciando in un certo modo. Tenete lo strofinaccio in un certo modo, vi sapete organizzare.

Perché nella vita spirituale, perché non lo si fa nella vita spirituale? Lasciata allo stato selvaggio produce frutti selvaggi. Se la vita spirituale è allo stato selvaggio, tutta la vita cristiana è allo stato selvaggio.

Eppure noi sappiamo pregare. Volete la prova che sappiamo pregare? Quando è che si prega si prega? Nelle disgrazie, nelle delusioni, nelle amarezze, nelle malattie, nei fallimenti, nei bisogni urgenti, nella paura, nei pericoli, quasi sempre per ottenere perché noi siamo facili profittatori di Dio.

Però questo documenta che, se lo vogliamo, noi sappiamo pregare.

Bisogna solo farlo con costanza e con metodo.

Naturalmente se devo sforzarmi, se sto benissimo senza, se mi annoio, se metto la preghiera all’ultimo posto, se è l’ultimo treno quando le cose vanno male, non si è capito nulla della preghiera.

Resto sempre tanto impressionato da una frase di Santa Teresa d’Avila che dice: Io garantisco della salvezza chiunque dedichi più di un quarto d’ora al giorno.

Allora, attenzione, io garantisco della salvezza chiunque dedichi più di un quarto d’ora al giorno.
Allora sì o no, è molto consolante.

Dobbiamo buttarci a imparare a pregare, a esercitarci nella preghiera.

Dalle difficoltà che sento, vedo che tante persone non si decidono a cominciare.

Bisogna avere buona volontà, avere uno spazio preciso della giornata, avere volontà di far pregare anche il corpo, dedicare anche un tempo più adatto. Per esempio se lasciate alla preghiera la sera, quando la testa è piena di stanchezza, si capisce che non riuscite a pregare, non riuscite a concentrarvi.

Ma se ti dedichi alla preghiera quando la testa è calma, quando tutto è calmo, per esempio al mattino o per esempio in qualche punto della giornata in cui siete calmi.

Se cercate un luogo adatto per la preghiera.

Gesù lo cercava, tanto più dobbiamo farlo noi. L’ora adatta. Il tempo adatto. Il modo adatto.

Fate pregare anche il corpo e datevi dei minuti precisi della giornata.

Io ritengo che bisogna cominciare da un quarto d’ora preciso, controllato anche con l’orologio ma, subito, appena ne sentite il bisogno, dovete passare alla mezz’ora, perché sentirete presto che un quarto d’ora è anche poco, impiegate tanto tempo a mettere ordine ai pensieri, a mettere calma, a rilassarvi.

Quindi il tempo ideale è mezz’ora.

Se avete il coraggio di dare mezz’ora alla preghiera per un mese intero, ecco, dopo cominciate a cogliere i grandi frutti della preghiera.

Voglio leggere un grande maestro di preghiera russo, Teofane il recluso, un starets russo.

Impiegò tutta la sua vita insegnare a pregare.

Teofane il recluso, scrive: non otterrai nulla soltanto con i tuoi sforzi ma Dio non ti darà nulla se non lavorerai con tutte le tue forze.

Questa legge non conosce eccezioni e insiste: nulla si ottiene senza sforzo. L’aiuto è sempre pronto ed è sempre vicino ma viene dato solo a coloro che cercano e si danno da fare e sono questi cercatori che, dopo aver fatto tutto ciò che è in loro potere, gridano con tutto il loro cuore: Signore, aiutami tu.

Che cosa c’è da capire? C’è da capire tutto. Che la preghiera è Grazia, è Gesù che viene, Gesù che bussa, è Gesù che vuole entrare.

Adriana, come stai? Hai scritto: ogni momento di preghiera è un avvenimento perché il cielo entra in contatto con la terra e la terra entra in contatto con il cielo.

C’è da capire che la preghiera è amicizia.

Nell’apocalisse dice Gesù che mangia alla tua tavola; è amicizia, è intimità.

L’uomo ha bisogno del conforto di Dio come del pane quotidiano.

La preghiera è affettuosità con Dio. è un bisogno di Dio.
La preghiera è un lavoro a due. Devo fare la mia parte perché Dio fa la sua, la fa di sicuro.

La preghiera è come l’ossigeno, è il respiro dell’uomo, è il suo rapporto con Dio.

La preghiera è una necessità assoluta.

L’autore russo dice: senza la preghiera tutte le opere sono come alberi senza la terra.

Vorrei anche dare un consiglio; imparate anche a sfruttare il segno di Croce; è Quaresima, dovreste impegnarvi durante la Quaresima, curare molto questo questa preghiera che è il segno della croce; è una preghiera bellissima, con profondità, ti nutre profondamente ed è proprio un segno della Quaresima.

Quando entrate in una chiesa durante la Quaresima, mettete sempre la mano nell’acqua benedetta. Sapete perché? Perché è il centro d’attenzione della chiesa nella Quaresima; è il ricordo del Battesimo quell’acqua, il ricordo del Battesimo. Voi dovete ringraziare, intingendo la mano nell’acqua benedetta, ringraziare della grazia del Battesimo. Poi segnatevi bene. Ecco, il segno della Croce è un segno da riscoprire, è un segno di cui tanta gente non parla perché l’ignoranza, il paganesimo sono troppo diffusi. Per tanti è solo uno sgorbio. Non è un segno.

Eppure è il primo segno cristiano tracciato su di noi al momento del Battesimo, quando tutti noi cominciamo e sarà l’ultimo segno che tracceranno su di noi quando sarà tutto finito. Siamo nati in questo segno e moriremo in questo segno, nel segno della Croce.

Tutti i doni più grandi della vita sono accompagnati da questo segno: il Battesimo, la Cresima, il Perdono dei peccati, l’Eucaristia, il Matrimonio.

Ad ogni incrocio importante della vita la Chiesa traccia su di noi questo segno.

Il Cristiano usa questo segno prima della preghiera ma dovrebbe usarlo prima del lavoro, prima del cibo, prima del riposo e al primo risveglio del mattino.

Qualcuno usa questo segno prima di un viaggio. Come è bello un camionista che sale in cabina e si fa il segno di Croce, un autista che prima di prendere il volante fa il segno di Croce. Qualcuno usa questo segno prima di un viaggio o davanti a un pericolo. Per qualcuno è Fede, per altri superstizione ma è un gesto di grande importanza perché è il ricordo del più grande atto di amore di Dio per l’uomo, la morte di Gesù; è il segno che ricorda l’amore del Padre, la donazione del figlio, la causa della effusione dello Spirito Santo sul mondo ed è diventato il simbolo del cristiano.

Questo segno è un atto di Fede, è un atto di riconoscenza per l’amore di Cristo per noi, è un impegno a camminare sulla via di Cristo, è importante.

Quando fate il segno di Croce, il gesto, sono importanti le parole che accompagnano il gesto.

Quando ci sentiamo con una croce è come lasciarsi avvolgere dall’amore di Cristo, é rispondere a questo amore.

Quando tocchi la fronte offri la mente a Cristo.
Quando tocchi il petto offri il cuore.
Quando tocchi le spalle offri la vita.

Toccando la fronte con questo segno impegnati a pensare come Cristo.
Toccando il petto impegnati ad amare come Cristo.
Toccando le spalle impegnati ad agire come Cristo.

Avvolgi con la Croce di Cristo tutta la tua debolezza, tutta la tua superficialità, abbandonandoti al suo amore.

Sono importanti le parole.

Toccando la fronte tu dici: Nel nome del Padre – per immedesimarti nel suo pensiero.
Poi dici il nome del Figlio, per immedesimarti nel suo amore.
Poi dici il nome dello Spirito Santo per immedesimarti nella sua azione.

Tu dici – Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo – per calarti nella persona del Padre, nella persona del Figlio, nella persona dello Spirito Santo.

Ed è come se al Padre consacrassi la mente,  come se al figlio consacrassi il cuore, come se allo Spirito Santo consacrassi la vita.

Segnandoti prima della preghiera dici – Nel nome del Padre, impegnati ad abbandonarti completamente in Lui.
Dicendo nel nome del Figlio, impegnati ad unirti profondamente a Lui.
Dicendo nel nome dello Spirito Santo, impegnati a lasciarti guidare docilmente da Lui nella preghiera.

E segnandoti, prima di un’azione, quando dici Nel nome del Padre, implora la fedeltà al suo volere; nel nome del Figlio implora la fedeltà ai suoi esempi; nel nome dello Spirito Santo, implora la fedeltà alle sue ispirazioni e lotta ogni giorno perché questo segno sia per te vero, non sia un sgorbio ma un atto di Fede e tu non sia più un superficiale ma un credente. E vivi con razionalità e coerenza il tuo Battesimo.

Adesso voglio rispondere ad alcune lettere che mi sono state scritte.

Voglio rispondere a Franca di Ispra Varese. Dice che l’ha sentito da me in una trasmissione, di chiedere miracoli.

Io voglio precisare questo Franca; sono contro la corsa in miracoli. Mi dispiacciono le persone che ricorrono alle apparizioni, ai miracoli, perché noi abbiamo tre cose straordinarie. Abbiamo l’Eucaristia, abbiamo la Parola di Dio ed abbiamo la preghiera. Con questi tre tesori noi facciamo, noi otteniamo qualunque miracolo. Che cosa c’è di più grande di questo? Che cosa c’è di più grande di queste tre cose?

Però voglio dire a Franca. Se senti che il Signore ti invita a chiedere il miracolo della tua guarigione, chiedi il miracolo della tua guarigione. Il Papa in una delle ultime udienze ha detto ai malati che è bello chiedere persino il miracolo, perché i miracoli avvengono. Però vorrei dirti Franca, prega spesso così: Padre, non la mia ma la Tua volontà sia fatta.

Adesso rispondo a Giulia di Sesto San Giovanni, Milano. Giulia mi dice che non riesce a vincere un rancore. Mi hai scritto. Sono infermiera mi piace tantissimo stare con i miei malati perché mi aiutano ad essere più buona. Ecco vedi che sei buona. Dentro di te il Signore ti ha lavorato ed allora se hai il rancore tu devi dirti, questo rancore non l’ho ancora vinto solo perché non ho pregato a sufficienza. Voglio pregare fino a fare sparire il mio rancore. Non hai pregato a sufficienza. Prega ogni giorno, prega più volte al giorno.

Voglio rispondere a Giuseppina di Settimo San Pietro. Ti do un libro sulla preghiera, “Maestro, insegnaci a pregare”, edito da LDC. Lo trovate in qualunque libreria cattolica. Mi fai una domanda tremenda. Perché Gesù permette il dolore? La tua domanda è tremenda. Ma io voglio farti io la mia domanda. Ecco la mia domanda. E se non ci fosse il dolore, ci ricorderemo di Dio? Prova a rispondere?

Poi voglio rispondere a Rosa. Rosa che mi scrive: chiedete e vi sarà dato dice il Vangelo. A me non mi è stato dato quello che io volevo.

Ecco io vorrei dire a Rosa questo. Quando hai molto pregato e non hai ottenuto quello che volevi non pensare che Dio non ti abbia ascoltato. Dio molte volte ti da quello che non hai chiesto però invece fatti questa domanda: che cosa mi ha dato Dio in questi anni? Che grazie ho ottenuto da Dio in questi anni? E ricordati che molte volte, le cose che noi chiediamo, possono anche essere la rovina della nostra vita e allora Dio, nella sua bontà, ci dà altre cose che sono la nostra fortuna e non la nostra rovina.

Poi sulla preghiera Rosa scrive: ma io ho provato a dividere la mezz’ora; ma io mi addormento. Se può essere così gentile da dirmi cosa devo fare.

Ma ti addormenti perché non metti il cuore. Invece di mezz’ora metti solo un quarto d’ora con l’orologio e vedrai che ce la farai.

Poi voglio rispondere a Giulia di Bologna che mi scrive: la mamma alla mattina, dopo aver letto le sue preghiere, prega sempre con la corona in mano per tutti. Io purtroppo non sono così brava.

In sostanza Giulia, non preghi abbastanza. Senti Giulia tu devi assolutamente decidere di applicare un quarto d’ora preciso. Guarda, ricordati di queste tre parole per imparare a pregare: parlare, ascoltare, amare.

Dedica un quarto d’ora:

  • i primi 5 minuti, parlare. Parli allo Spirito Santo di quello che hai nel cuore, dei tuoi desideri, dei tuoi affanni, dei tuoi problemi. Parlare, preghiera vocale attenta, preghiera spontanea  allo Spirito Santo
  • gli altri 5 minuti ad ascoltare. Prova a farti qualche domanda, qualche domanda: Signore sei contento di me? Come faccio con mia mamma? Come faccio in casa? Come faccio fuori casa?
  • gli ultimi 5 minuti ad amare. Come ti ama, che ti inonda del suo amore e stai in silenzio, alla presenza del Padre che ti avvolge col suo amore e prova a dire: Padre mio, mio tutto, io ti amo oppure anche solo padre: Padre mio.

Poi decidi cosa fare qualcosa di bello per Dio, per la giornata.

Ecco: parlare, ascoltare, amare.

Questo è il metodo più semplice per imparare a pregare ma devi essere tenace e farlo tutti i giorni.